Tipi di cure
Terapie con Ozono
Oncologia ed ozono
La letteratura internazionale sta evidenziando sempre di più come si forma il tumore e come cresce formando metastasi.
Alla base di tutto questo ci sono due fattori fondamentali, che sono stati chiariti nella formazione del tumore: ipossia ( carenza di ossigeno) e l’ambiente acido che l’ ipossia crea.
L’ozono terapia si pratica attraverso la somministrazione di una miscela formata dal 97% di Ossigeno e 3 % di Ozono, attraverso attrezzature medicali. Varie sono le attività che ozono ha: è un potente antiinfiammatorio, ha effetto analgesico antimicrobico viricida, è un immunomodulante (potenzia sistema immunitario). Le vie di somministrazioni vanno dalla Autoemoreinfusione ozonizzata, via topica, via rettale, insufflazione vaginale, infiltrazione sottocutanea, intramuscolare, intraarticolare, intradiscale.
L’unica via vietata è la via inalatoria (che può provocare grave insufficienza respiratoria). La via più semplice immediata e non traumatica è la via rettale.Ozono terapia ha già dato prova attraverso lavori scientifici negli ultimi 30 anni di come assicura una volta somministrato una buona ossigenazione e perfusione.
Il tumore, come descrisse gia nel 1931 Warburg (premio nobel), è la conseguenza di un’ipossia cellulare (mancanza di ossigeno) che provoca un ambiente acido diventando tumore. Gregg nel 2011 pubblicò su NN ENGL J MED 365;6 i vari passaggi che si verificano nella formazione del tumore e nel suo mantenimento, attraverso il ruolo del HIF (fattore inducibile dell’ipossia), hif è una sostanza che abbiamo nel nostro organismo e in normossia (quando ossigenazione è normale) viene degradato. In Ipossia HIF viene attivato, attivando la trascrizione genica, bloccando le difese immunitarie ( gene EPO), accumulandosi HIF forma metastasi a distanza. Gregg analizzò il tessuto tumorale nel cancro della mammella che presentava una quantità di ossigeno (pO2) da 2 a 10 mmHg rispetto al tessuto sano che è di 60 – 70 mmHg. Luongo C. Coppola della SUN (Blood Coagul Fibrinolysis. 2002 Dec;13(8):671-81.) hanno dimostrato che ozono quando si scioglie nei liquidi biologici (sangue – plasma) aumenta la pO2 tissutale (percentuale di ossigeno nei tessuti )di 70 – 80 mmHg, migliorando il microcircolo, dando una buona perfusione e un buon consumo di ossigeno da parte delle cellule. L’azione antineoplastica della radioterapia agisce su un tessuto ben ossigenato. Anche la chemio potrebbe essere ossigeno dipendente? Teoricamente si, in quanto il chemio terapico arriva al tumore per via ematica; riesce a penetrare in un tessuto centrale ipossico? Lo scopo di questo studio è verificare il potenziamento degli effetti della chemio e radioterapia, senza provocare effetti collaterali. In quanto ozono aumentando ossigenazione bloccherebbe HIF potenziando il sistema immunitario.
L’insufflazione di ozono, praticata per via rettale mediante una sottile cannula assolutamente non invasiva, potenzia il sistema immunitario attraverso attivazione/inattivazione di citochine pro e antiinfiammatorie (sostanze che provocano e difendono dall’infiammazione causa primaria del tumore).
Luongo e Coppola (Int J Geriatr Psychiatry. 2010 Feb;25(2):208-13. doi: 10.1002/gps.2322.) hanno verificato che ozono somministrato per via rettale aumenta il BDNF (fattore neurotrofico cerebrale) responsabile dell’umore; infatti tutti i pazienti che praticano ozono per varie patologie hanno miglioramento dello stato di benessere. Iavarone e coll. (Nature. 2016 Jan 14;529(7585):172-7. doi: 10.1038/nature16475. Epub 2016 Jan 6.) hanno verificato che la crescita del glioblastoma (tumore al cervello) è dovuta all’attivazione del gene ED1, la stessa attivazione è modulata dal HIF in uno stato ipossico.
Le nostre prime esperienze in ambito oncologico con ozonoterapia case report stanno dimostrando aumento del sistema immunitario (tutti i pz in corso di chemio hanno emocromi stabili) senza praticare fattori di crescita che stimolano il midollo (myelostim) che possono dare effetti collaterali importanti.
Ancora ozono Riduce effetti collaterali da chemioterapici (nausea, vomito, diarrea, astenia,mancanza di appetito.) Pazienti che si sono sottoposti solo ad ozonoterapia in quanto non sensibili alle chemioterapie, hanno avuto gli stessi effetti e anche riduzioni delle masse tumorali nel caso di astrocitoma.
Possible Therapeutic Effects of Ozone Mixture on Hypoxia in Tumor Development. Review article. Luongo M, et al. Anticancer Res. 2017.
Pertanto viste le enormi potenzialità di questo gas medicale, e visto che in Italia unico ambulatorio pubblico era alla Seconda Università degli Studi di Napoli tenuto dal Prof. Luongo, il quale era anche Direttore di un Master di II Livello in ozonoterapia, andato in pensione 1 novembre tutto è sparito , visto che ozono non fa parte dei Lea e non è prescrivibile, mentre è presente nel nomeclatore ufficiale della sola regione Lombardia, si è costituita la Fondazione “Maria Guarino” AMOR Onlus che persegue gli obiettivi di gestire le ricerche e gli studi in questo ambito, erogare le terapie mediche in modalità gratuita ai pazienti indicati ed interessati e volgere la domanda alle Autorità competenti di inserire le terapie ozono nei Lea, affinchè tutti abbiano in maniera gratuita la possibilità di migliorare la qualità di vita, di potenziare le terapie chemio e radio con una sostanziale riduzione degli effetti collaterali.
Tecnica dei “bagni di ozono”
Con questa metodica, forse poco conosciuta a molti, passiamo ad illustrare una tecnica molto utile nell’ambito dell’Ossigenoozonoterapia. Si tratta di una tecnica molto semplice, ci tengo a dire assolutamente indolore e tranquilla per ogni tipo di paziente , piccolo o adulto che sia. Cominciamo con il dire a che cosa serve; si può applicare principalmente a malattie dell’apparato circolatorio degli arti inferiori, come le tanto temute ulcere varicose e/o flebitiche soprattutto nei pazienti diabetici, insufficienza venosa degli arti inferiori. Ma si può applicare anche a patolgie dermatologiche, anche estese, laddove l’ozonoterapia può recare beneficio per esempio le dermatiti aspecifiche, cioè quelle di cui è spesso ignota la causa: la psoriasi, le micosi cutanee, la cellulite. La tecnica è molto semplice: si bagna prima la superficie corporea da trattare con acqua ozonizzata, meglio se in essa ci si scioglie una piccola quantità di latte ozonizzato (prodotto specifico), ma in genere può bastare anche semplice acqua ozonizzata. Questo perché l’ozono è meglio assorbito se la superfiie, è umida. Poi si avvolge il segmento corporeo da trattare, in un sacchetto di plastica, e lo si sigilla con del domopak, pellicola adattissima al caso perché sigilla molto bene. Volendo fare un bagno quasi totale, si può arrivare fino alla linea delle ascelle, per poi sigillare il tutto. Ovviamente da questa metodica, dobbiamo escludere il volto, perché l’ozono non si può respirare poichè tossico! Per le braccia si può procedere come per gli arti iferiori.
CASO CLINICO
Paziente diabetico con pregressa storia di ulcere flebitiche, con evidente iperpigmentazione bruna della pelle, per presenza di depositi emosiderinici.
Nella prima foto potete vedere la preparazione dell’acqua ozonizzata mischiata con latte ozonizzato.
Nella seconda foto si vede l’applicazione con pennellino personale su tutta la superficie da trattare.
Nella terza foto si vede applicazione di sacchetto personalizzato, cioè ritagliato appositamente per l’arto in questione; ciò è utile per non disperdere gas in una superficie più ampia(la plastica si può termosaldare con apposita macchinetta per sigillare plastica).
Nella quarta foto si vede l’applicazione del domopak che va a sigillare perfettamente la parte superiore, onde non consentire la fuoriuscita di gas.
Nella quinta e sesta foto foto, si procede, attraverso il vacuum della macchia per ozono, cioè in pratica una potente pompa che serve per aspirare tutta l’aria presente nel residuo del sacchetto, fino ad ottenere un “effetto salsiccia”.
Nella settima foto si procede all’immissione della miscela gassosa di ossigeno ozono,fino ad arivare a gonfiare tutto il sacchetto .
Si lascia ora il paziente , leteralmente a “bagno” cioè a contatto con ozono, per circa 20-30 minuti: in tutto questo tempo il paziente se ne sta comodamente sdraiato sul lettino, senza avere nessun problema.
Passato questo lasso di tempo, si provvede ad aspirare l’ozono presente nel sacchetto: questo per due motivi principali: il primo è sempre quello che l’ozono non si può respirare, quindi non si potrebbe aprire il sacchetto.. Il secondo, è che per legge, l’ozono non può essere rilasciato, quindi va aspirato dalla macchina, la quale provvede a ritrasformarlo in ossigeno.
Si libera quindi il paziente dal sacchetto, e la terapia è finita. Il tutto può durare dai 20 ai trenta minuti.
In fondo si tratta di una terapia iperbarica in “piccolo”.
Per le patologie croniche a carico dell’apparto circolatorio arti inferiori, sono necessarie parecchie terapie, o cicli di almeno 10/20 sedute a cadenza bisettimanale . Aggiungo un ultima cosa : nella regione Lombardia , questa tecnica è in convenzione con il SSN. La prevenzione è molto utile nelle patologie circolatorie degli arti inferiori soprattutto, poiché spesso si assiste ad un progressivo peggioramento delle patologie, fino ad arrivare a gangrene e ad amputazione degli arti!! Tutto è sempre riconducibile ad una mancanza di ossigeno. Ovviamente, a questa tecnica, si può associare una ossigenzaione globale, tipo GAE o più semplicemente una semplice, ma altrettanto efficace, insufflazione Rettale, specie nei soggetti diabetici affetti da piede diabetico per esempio.
GAET (Autoemotrasfusione)
Gaet o Autoemoterapia è un trattamento che consiste nel prelevare sangue in una sacca che viene poi ozonizzato e quindi reinfuso. E’ un trattamento sicuro poichè i materiali sono monouso e non ci sono controindicazioni. Il sangue venoso viene riossigenato, l’elasticità della parete del globulo rosso aumenta ed aumenta anche la sua capacità di legare l’ossigeno ed a distribuirlo ai tessuti. Il globulo rosso, più elastico e più ricco di ossigeno, può arrivare meglio nei capillari più piccoli, portando ossigeno in territori carenti o non più ossigenati direttamente.
L’autoemotrasfusione con Ossigeno e Ozono viene utilizzata:
in tutte le malattie in cui i tessuti necessitano di una maggiore ossigenazione, un aiuto al sistema immunitario e una regolazione del sistema immunitario.
Può essere considerata una terapia antinvecchiamento,indicata nelle patologie croniche e per le malattie autoimmuni.
Insufflazioni rettali
Grazie a questa tecnica, l’ossigeno-ozono viene introdotto nell’organismo attraverso il retto e la sua mucosa, come se si trattasse di una supposta, (la tecnica è assolutamente indolore) si utilizzano fino a 300 ml di miscela di ozono-ossigeno tramite catetere monouso o siringa cono catetere. Gli effetti sono sistemici che locali, in particolare l’effetto antiflogistico del gas e soprattutto l’azione antisettica, distruggendo la flora anaerobia, favoriscono lo sviluppo di quella aerobia.
Si tratta di una tecnica molto efficace nelle patologie infiammatorie acute e croniche dell’intestino crasso:
- Rettocolite ulcerosa
- Morbo di Crhon
- Diverticolosi /ite
- Stipsi cronica
- Iperammoniemia da cirrosi epatica scompensata
Inoltre il drenaggio del sangue proveniente dall’intestino attraverso i vasi mesenterici, garantisce un immediato trasporto dell’ozono legato ai globuli rossi, attraverso le vie portali al fegato, con importanti indicazioni terapeutiche:
- Patologie acute e croniche del fegato
- Cirrosi epatica compensata e non
Nell’oncologia sfruttiamo 3 azioni di questa miscela date dall’insufflazione rettale :
1) l’ ozono viene assorbito dalla mucosa intestinale dal plesso emorroidario e da li va in circolo il primo organo che incontra è il fegato essendo un potente antiinfiammatorio e antiossidante, “ripulisce” il fegato da tutti gli effetti tossici dei farmaci/chemio/radioterapici.
2) rigenera la mucosa intestinale fortemente intossicata dai chemioterapici dando un microamibiete (ph) fisiologico
3) nella mucosa del colon vi sono delle sostanze caspasi mediante le quali ozono a contatto esplica un importante azione analgesica e antiinfiammatoria